Un vasto territorio appartato e silente dove, tra le asprezze delle montagne e il brusio dei boschi, tra strade millenarie, abbazie, fortezze, monasteri e straordinari borghi medievali, si odono ancora i passi di popoli mitici: i Sabini, i Romani, i Longobardi, i Franchi, e poi di tutte le genti che dal Medioevo al Rinascimento, fino all’età moderna, hanno reso unici questi luoghi.
Ancora oggi questo lembo di terra offre al visitatore l’opportunità di un viaggio ricco di storia, ma anche di storie, quelle fatte di attaccamento alla religione, di riti che evidenziano un legame fortissimo con la terra e i suoi ritmi, storie affidate alla tradizione orale di vecchi quasi centenari, saggi e malinconici.
Le processioni del Venerdì Santo, la benedizione dei campi all’Ascensione, i santi patroni e le feste in loro onore scandiscono la vita di una popolazione che non ha ancora perso il contatto con le proprie radici e che è in grado di restituirci, come i luoghi che abita, la cultura della memoria.
Il tutto immerso in un paesaggio incontaminato, caratterizzato da una ricca vegetazione arbustiva, da montagne maestose nella loro imponenza, eppure docili nell’offrire al visitatore il crinale, da stupefacenti doline carsiche e da prati naturali e semine di erba medica, grano e orzo, nel pieno rispetto della tradizione agricola locale.
Un paesaggio dove, protetti da foreste intrigate e intatte, posano il loro passo felpato i lupi, i cervi, i caprioli, le volpi, le martore e gli istrici.
Ocre
Il Comune di Ocre a ridosso del Parco Regionale Velino-Sirente sorge sulle pendici nord orientali del Monte d’Ocre (m. 2206) e si estende su un territorio di 140 ettari con le sue cinque frazioni San Panfilo, San Felice, San Martino, Valle e Cavalletto.
Ocre esprime già nel nome (ocris, borgo fortificato) il senso di arroccamento. È il comune più alto tra quelli che si affacciano sulla Media Valle dell’Aterno e il senso di arroccamento è sottolineato dalla presenza, nel suo territorio, di due grandi emergenze artistiche, il Monastero Fortezza di Santo Spirito (sec. XIII) ed il Castello. Il primo eretto nel 1222 dal Beato Placido da Roio su un terreno donatogli dal Conte Berardo d’Ocre, rappresenta il terzo insediamento cistercense, per ordine di fondazione, in Abruzzo ed il primo nella vallata aquilana.
Castello di Ocre
Il Castello, nominato per la prima volta nel 1178 in una bolla di Papa Alessandro III, è la suggestiva testimonianza dell’architettura difensiva di un territorio che svolse un ruolo decisivo nel corso del Basso Medioevo nella generale strategia della città dell’Aquila. Distrutto nel 1280, fu poi ricostruito e divenne teatro delle imprese di Fortebraccio da Montone nel 1424.
Oggi del Castello resta una imponente cinta muraria, la migliore conservata in Abruzzo, del perimetro di circa 470 metri e dotata di sette torri.
Storicamente il Comune di Ocre si identifica da sempre con le “ville” di San Panfilo, sede comunale, San Felice, San Martino, Valle e Cavalletto: un mosaico di antiche case di pietra, affascinanti scorci urbani e improvvisi sdruccioli che si perdono tra segreti orti.
Quanto alla sua origine, il ritrovamento di alcune iscrizioni, tra Valle e San Felice, fa presumere l’esistenza, nel territorio ocrense, di un insediamento dei Vestini, uno dei popoli italici che, prima dell’avvento dei Romani, abitava l’Abruzzo, anche se l’esistenza di Ocre è documentata solo dopo la metà del XII secolo.
La presenza dei tre importanti monumenti, tra i più suggestivi d’Abruzzo, il Castello, il Monastero-Fortezza di Santo Spirito ed il Convento di Sant’Angelo che si apre arditamente nel vuoto sulla Valle dell’Aterno, la presenza di un rilevante patrimonio artistico-architettonico minore, costituito da ben 13 chiese dislocate nel territorio che custodiscono opere di famosi artisti, da Francesco da Montereale alla scuola di Saturnino Gatti, fanno di Ocre e dintorni la tappa imperdibile di un viaggio intimo e suggestivo.